Il cardinale si cala nel pozzo e ridà la luce agli occupanti

Sabato sera, intorno alle 22, l’elemosiniere di papa Francesco, il cardinale Konrad Krajewski, s’è infilato nel pozzo dell’ex sede dell’Inpdap di via Santa Croce in Gerusalemme, occupata abusivamente nel 2013 da 350 adulti e un centinaio di minori, e ha staccato i sigilli al contatore apposti qualche giorno prima dalla società elettrica per via di un arretrato di 300mila euro di bollette mai pagate. Gli occupanti: «Il cardinale è arrivato nel pomeriggio, ha portato regali a tutti i bambini e ha promesso che se entro le 20 non fosse stata ripristinata la corrente nello stabile l’avrebbe riallacciata lui stesso e così è stato.

Padre Konrad si è calato nel pozzo, ha staccato i sigilli e ha riacceso la luce. E si è preso, a nome del Vaticano, la piena responsabilità dell’azione con Prefettura e Acea». Quella stessa notte di sabato, poi, gli uomini della società elettrica, scortati dalle forze dell’ordine, si sono ripresentati in Santa Croce in Gerusalemme per staccare nuovamente la luce ma si sono trovati davanti a una barriera umana che ha impedito loro l’accesso. La polizia ha preferito evitare lo scontro, e gli uomini dell’Acea hanno preferito lasciar perdere.

«Sono intervenuto personalmente per riattaccare i contatori» ha detto Krajewski al CdS. «È stato un gesto disperato. C’erano oltre 400 persone senza corrente, con famiglie, bambini, senza neanche la possibilità di far funzionare i frigoriferi. Non l’ho fatto perché sono ubriaco». Il ministro dell’Interno Salvini si è augurato che ora la Santa Sede paghi il conto di 300mila euro.

«La stima ritenuta più attendibile è quella di Federcasa che nel 2016 calcolava in 48 mila «le case popolari occupate abusivamente su un totale di oltre 750 mila alloggi pubblici». Una cifra che con il trascorrere dei mesi è cresciuto di almeno 2 mila appartamenti. E non tiene conto di numerose realtà. Come quella siciliana, dove sono state individuate quasi 9 mila famiglie che vivono senza requisiti nei palazzi del Comune o degli Istituti di case popolari, o che si sono stabilite nei palazzi della Curia oppure negli ex conventi. A Roma sono 90 gli edifici da sgomberare per un totale di almeno 20 mila persone: ben 12 mila residenti illegali e altri 8 mila clandestini» [Sarzanini, CdS].

Commenti