Papa Francesco \ Incontri e Eventi
Francesco: si salvano le banche e non le persone, è una vergogna http://it.radiovaticana.va/news/2016/11/05/francesco_si_salvano_le_banche_e_non_le_persone/1270369
Francesco: si salvano le banche e non le persone, è una vergogna http://it.radiovaticana.va/news/2016/11/05/francesco_si_salvano_le_banche_e_non_le_persone/1270369
E' uno scandalo salvare le banche e non
quella che è la "bancarotta dell’umanità". Così il Papa ha parlato dei
migranti e dei rifugiati, incontrando in Vaticano circa cinquemila
membri dei Movimenti Popolari, partecipanti al Terzo incontro mondiale
che si è concluso questo sabato a Roma. A loro ha chiesto di proseguire
l'impegno per un mondo che rimetta al centro "l'essere umano”. Francesca Sabatinelli:
"Terra, casa e lavoro per tutti": questo il grido con il quale il Papa esprime la sete di giustizia di tutti i partecipanti al terzo incontro dei movimenti popolari. Francesco ricorda l’ultimo appuntamento in Bolivia e loda il percorso intrapreso dai movimenti popolari, e il dialogo tra i “milioni di persone che lavorano quotidianamente per la giustizia in tutto il mondo”, e che sta “mettendo radici”:
Il terrore e i muri
Tuttavia, questa germinazione, che è lenta, è minacciata da “forze potenti che possono neutralizzare questo processo di maturazione di un cambiamento che sia in grado di spostare il primato del denaro e mettere nuovamente al centro l’essere umano”:
Quien gobierna entonces? El dinero …
“Chi governa allora? Il denaro. Come governa? Con la frusta della paura, della disuguaglianza, della violenza economica, sociale, culturale e militare che genera sempre più violenza in una spirale discendente che sembra non finire mai”.
Francesco parla del terrorismo di base che deriva dal controllo globale del denaro sulla terra. Di questo si alimentano il narco-terrorismo, il terrorismo di stato e quello che alcuni erroneamente chiamano terrorismo etnico o religioso:
Ningun pueblo, ninguna religiòn ees terrorista…
“Nessun popolo, nessuna religione è terrorista. È vero, ci sono piccoli gruppi fondamentalisti da ogni parte. Ma il terrorismo inizia quando «hai cacciato via la meraviglia del creato, l’uomo e la donna, e hai messo lì il denaro» (Conferenza stampa nel volo di ritorno del Viaggio Apostolico in Polonia, 31 luglio 2016). Tale sistema è terroristico”.
La Chiesa si ribella contro “l’idolo denaro che regna invece di servire, tiranneggia e terrorizza l’umanità”. E’ tirannia terroristica e quando questo terrore, espresso nelle periferie con “massacri, saccheggi, oppressione e ingiustizia” esplode “con diverse forme di violenza”, i cittadini “sono tentati dalla falsa sicurezza dei muri fisici o sociali”:
Muros que encierran a unos y destierran a otros …
“Muri che rinchiudono alcuni ed esiliano altri. Cittadini murati, terrorizzati, da un lato; esclusi, esiliati, ancora più terrorizzati, dall’altro”.
La paura alimentata e manipolata diviene “buon affare per i mercanti di armi e di morte”. E’ una paura che “anestetizza di fronte alla sofferenza degli altri” e che alla fine rende crudeli. Ed è qui che Francesco chiede di pregare affinché Dio possa dare coraggio a coloro che hanno paura e possa ammorbidire i loro cuori in questo anno della misericordia che “è il miglior antidoto contro la paura”, “meglio degli antidepressivi e degli ansiolitici. Molto più efficace dei muri, delle inferriate, degli allarmi e delle armi. Ed è gratis: è un dono di Dio". Francesco chiede di “continuare a costruire ponti tra i popoli” per abbattere “i muri dell’esclusione e dello sfruttamento”, e chiede anche di affrontare il terrore con l’amore.
L’Amore e i ponti
Il Papa rivolge il pensiero a chi è privato della dignità del lavoro, a chi è vittima degli “ipocriti” che “per difendere sistemi ingiusti, si oppongono a che siano guariti”. Parla delle realtà di lavoro “inventate” dai “poveri organizzati”, come le cooperative, o il recupero di una fabbrica fallita:
… estàn imitando a Jesùs …
“State imitando Gesù, perché cercate di risanare, anche se solo un pochino, anche se precariamente, questa atrofia del sistema socio-economico imperante che è la disoccupazione”.
‘Terra, casa e lavoro per tutti’, il grido dei popoli che il Papa fa proprio, è “un progetto-ponte dei popoli di fronte al progetto-muro del denaro”. Bisogna “aiutare a guarire il mondo dalla sua atrofia morale”, che è il contrario dello sviluppo.
Bancarotta e salvataggio
Francesco guarda al dramma dei rifugiati e degli sfollati, così come fece a Lampedusa parla di vergogna per “una situazione obbrobriosa”. Alla bancarotta di una banca risponde la comparsa di “somme scandalose” per salvarla, dice, così non è per la "bancarotta dell’umanità":
Y asì el Mediterràneo se ha convertido en un cementerio …
“E così il Mediterraneo è diventato un cimitero, e non solo il Mediterraneo... molti cimiteri vicino ai muri, muri macchiati di sangue innocente”.
Nessuno dovrebbe mai fuggire dalla propria patria, il male diviene doppio quando “il migrante si vede gettato nelle grinfie dei trafficanti”, è triplo, “se arrivando nella terra in cui si pensava di trovare un futuro migliore, si viene disprezzati, sfruttati e addirittura schiavizzati”. Ai presenti il Papa chiede di essere solidali, così come sa fare chi ha sofferto. “Forse con il vostro esempio – è l’augurio – alcuni Stati e Organizzazioni internazionali apriranno gli occhi”
Francesco affronta un altro tema dell’incontro: il rapporto tra popolo e democrazia che, anziché essere “naturale e fluido”, può correre “il pericolo di offuscarsi fino a diventare irriconoscibile”:
La brecha entre los pueblos y nuestras formas actuales de democracia…
“Il divario tra i popoli e le nostre attuali forme di democrazia si allarga sempre più come conseguenza dell’enorme potere dei gruppi economici e mediatici che sembrano dominarle”.
Il Papa quindi incita i movimenti popolari a non aver paura ad entrare “nelle grandi discussioni, nella Politica con la maiuscola” ma avverte : si può essere tollerati, aggiunge, fin quando non si “in discussione l’economia o la politica con la maiuscola”. Mettere in discussione le “macrorelazioni”, strillare e gridare al potere, non fa essere più tollerati, dice il Papa, perché si esce “dalla casella”, perché ci si mette “sul terreno delle grandi decisioni che alcuni pretendono di monopolizzare in piccole caste”. Ecco che la democrazia si atrofizza e lascia fuori “il popolo nella sua lotta quotidiana per la dignità”.
Francesco ripete quando detto in passato che il futuro dell’umanità “è soprattutto nelle mani dei popoli”, e che anche la Chiesa “può e deve, senza pretendere di avere il monopolio della verità, pronunciarsi e agire”. Parla poi del rischio di lasciarsi corrompere, perché la corruzione “non è un vizio esclusivo della politica”, ma esiste ovunque e indica la giusta via, per i politici, come per i dirigenti sociali, come per gli stessi pastori: “bisogna vivere la vocazione di servire con un forte senso di austerità e di umiltà”. Laddove austerità è intesa come morale e umana, specifica il Papa per sgombrare il campo da ogni equivoco.
Chiunque sia legato a cose troppo materiali o allo specchio, è l’indicazione, preghi “Dio di liberarlo da questi lacci”. Chiunque invece sia “affezionato” a tutto ciò, “non si metta in politica, non si metta in un’organizzazione sociale o in un movimento popolare, perché farebbe molto danno a se stesso e al prossimo e sporcherebbe la nobile causa che ha intrapreso”. “Davanti alla tentazione della corruzione, non c’è miglior rimedio dell’austerità, morale-personale, praticare l’austerità è, in più, predicare con l’esempio”:
Les pido que no subestimen el valor ,,,
“Vi chiedo di non sottovalutare il valore dell'esempio perché ha più forza di mille parole, di mille volantini, di mille 'mi piace', di mille retweets, di mille video su youtube".
E’ l’esempio il miglior modo per “promuovere il bene comune” e il progetto-ponte di ‘Terra, casa e lavoro per tutti’. A tutti i dirigenti il Papa chiede quindi non stancarsi mai di “praticare questa austerità morale-personale”, agli altri chiede di esigerla dai dirigenti:
La corrupciòn, la soberbia, el exhibicionismo de los dirigentes…
“La corruzione, la superbia e l’esibizionismo dei dirigenti aumenta il discredito collettivo, la sensazione di abbandono e alimenta il meccanismo della paura che sostiene questo sistema iniquo”.
In conclusione il Papa cita ai movimenti l’esempio di Martin Luther King, sollecitandoli a continuare “a contrastare la paura con una vita di servizio, solidarietà e umiltà in favore dei popoli e specialmente di quelli che soffrono”. Perseverando si vedranno i frutti. E poi ripete: “Contro il terrore, il miglior rimedio è l’amore” che guarisce tutto.
"Terra, casa e lavoro per tutti": questo il grido con il quale il Papa esprime la sete di giustizia di tutti i partecipanti al terzo incontro dei movimenti popolari. Francesco ricorda l’ultimo appuntamento in Bolivia e loda il percorso intrapreso dai movimenti popolari, e il dialogo tra i “milioni di persone che lavorano quotidianamente per la giustizia in tutto il mondo”, e che sta “mettendo radici”:
Il terrore e i muri
Tuttavia, questa germinazione, che è lenta, è minacciata da “forze potenti che possono neutralizzare questo processo di maturazione di un cambiamento che sia in grado di spostare il primato del denaro e mettere nuovamente al centro l’essere umano”:
Quien gobierna entonces? El dinero …
“Chi governa allora? Il denaro. Come governa? Con la frusta della paura, della disuguaglianza, della violenza economica, sociale, culturale e militare che genera sempre più violenza in una spirale discendente che sembra non finire mai”.
Francesco parla del terrorismo di base che deriva dal controllo globale del denaro sulla terra. Di questo si alimentano il narco-terrorismo, il terrorismo di stato e quello che alcuni erroneamente chiamano terrorismo etnico o religioso:
Ningun pueblo, ninguna religiòn ees terrorista…
“Nessun popolo, nessuna religione è terrorista. È vero, ci sono piccoli gruppi fondamentalisti da ogni parte. Ma il terrorismo inizia quando «hai cacciato via la meraviglia del creato, l’uomo e la donna, e hai messo lì il denaro» (Conferenza stampa nel volo di ritorno del Viaggio Apostolico in Polonia, 31 luglio 2016). Tale sistema è terroristico”.
La Chiesa si ribella contro “l’idolo denaro che regna invece di servire, tiranneggia e terrorizza l’umanità”. E’ tirannia terroristica e quando questo terrore, espresso nelle periferie con “massacri, saccheggi, oppressione e ingiustizia” esplode “con diverse forme di violenza”, i cittadini “sono tentati dalla falsa sicurezza dei muri fisici o sociali”:
Muros que encierran a unos y destierran a otros …
“Muri che rinchiudono alcuni ed esiliano altri. Cittadini murati, terrorizzati, da un lato; esclusi, esiliati, ancora più terrorizzati, dall’altro”.
La paura alimentata e manipolata diviene “buon affare per i mercanti di armi e di morte”. E’ una paura che “anestetizza di fronte alla sofferenza degli altri” e che alla fine rende crudeli. Ed è qui che Francesco chiede di pregare affinché Dio possa dare coraggio a coloro che hanno paura e possa ammorbidire i loro cuori in questo anno della misericordia che “è il miglior antidoto contro la paura”, “meglio degli antidepressivi e degli ansiolitici. Molto più efficace dei muri, delle inferriate, degli allarmi e delle armi. Ed è gratis: è un dono di Dio". Francesco chiede di “continuare a costruire ponti tra i popoli” per abbattere “i muri dell’esclusione e dello sfruttamento”, e chiede anche di affrontare il terrore con l’amore.
L’Amore e i ponti
Il Papa rivolge il pensiero a chi è privato della dignità del lavoro, a chi è vittima degli “ipocriti” che “per difendere sistemi ingiusti, si oppongono a che siano guariti”. Parla delle realtà di lavoro “inventate” dai “poveri organizzati”, come le cooperative, o il recupero di una fabbrica fallita:
… estàn imitando a Jesùs …
“State imitando Gesù, perché cercate di risanare, anche se solo un pochino, anche se precariamente, questa atrofia del sistema socio-economico imperante che è la disoccupazione”.
‘Terra, casa e lavoro per tutti’, il grido dei popoli che il Papa fa proprio, è “un progetto-ponte dei popoli di fronte al progetto-muro del denaro”. Bisogna “aiutare a guarire il mondo dalla sua atrofia morale”, che è il contrario dello sviluppo.
Bancarotta e salvataggio
Francesco guarda al dramma dei rifugiati e degli sfollati, così come fece a Lampedusa parla di vergogna per “una situazione obbrobriosa”. Alla bancarotta di una banca risponde la comparsa di “somme scandalose” per salvarla, dice, così non è per la "bancarotta dell’umanità":
Y asì el Mediterràneo se ha convertido en un cementerio …
“E così il Mediterraneo è diventato un cimitero, e non solo il Mediterraneo... molti cimiteri vicino ai muri, muri macchiati di sangue innocente”.
Nessuno dovrebbe mai fuggire dalla propria patria, il male diviene doppio quando “il migrante si vede gettato nelle grinfie dei trafficanti”, è triplo, “se arrivando nella terra in cui si pensava di trovare un futuro migliore, si viene disprezzati, sfruttati e addirittura schiavizzati”. Ai presenti il Papa chiede di essere solidali, così come sa fare chi ha sofferto. “Forse con il vostro esempio – è l’augurio – alcuni Stati e Organizzazioni internazionali apriranno gli occhi”
Francesco affronta un altro tema dell’incontro: il rapporto tra popolo e democrazia che, anziché essere “naturale e fluido”, può correre “il pericolo di offuscarsi fino a diventare irriconoscibile”:
La brecha entre los pueblos y nuestras formas actuales de democracia…
“Il divario tra i popoli e le nostre attuali forme di democrazia si allarga sempre più come conseguenza dell’enorme potere dei gruppi economici e mediatici che sembrano dominarle”.
Il Papa quindi incita i movimenti popolari a non aver paura ad entrare “nelle grandi discussioni, nella Politica con la maiuscola” ma avverte : si può essere tollerati, aggiunge, fin quando non si “in discussione l’economia o la politica con la maiuscola”. Mettere in discussione le “macrorelazioni”, strillare e gridare al potere, non fa essere più tollerati, dice il Papa, perché si esce “dalla casella”, perché ci si mette “sul terreno delle grandi decisioni che alcuni pretendono di monopolizzare in piccole caste”. Ecco che la democrazia si atrofizza e lascia fuori “il popolo nella sua lotta quotidiana per la dignità”.
Francesco ripete quando detto in passato che il futuro dell’umanità “è soprattutto nelle mani dei popoli”, e che anche la Chiesa “può e deve, senza pretendere di avere il monopolio della verità, pronunciarsi e agire”. Parla poi del rischio di lasciarsi corrompere, perché la corruzione “non è un vizio esclusivo della politica”, ma esiste ovunque e indica la giusta via, per i politici, come per i dirigenti sociali, come per gli stessi pastori: “bisogna vivere la vocazione di servire con un forte senso di austerità e di umiltà”. Laddove austerità è intesa come morale e umana, specifica il Papa per sgombrare il campo da ogni equivoco.
Chiunque sia legato a cose troppo materiali o allo specchio, è l’indicazione, preghi “Dio di liberarlo da questi lacci”. Chiunque invece sia “affezionato” a tutto ciò, “non si metta in politica, non si metta in un’organizzazione sociale o in un movimento popolare, perché farebbe molto danno a se stesso e al prossimo e sporcherebbe la nobile causa che ha intrapreso”. “Davanti alla tentazione della corruzione, non c’è miglior rimedio dell’austerità, morale-personale, praticare l’austerità è, in più, predicare con l’esempio”:
Les pido que no subestimen el valor ,,,
“Vi chiedo di non sottovalutare il valore dell'esempio perché ha più forza di mille parole, di mille volantini, di mille 'mi piace', di mille retweets, di mille video su youtube".
E’ l’esempio il miglior modo per “promuovere il bene comune” e il progetto-ponte di ‘Terra, casa e lavoro per tutti’. A tutti i dirigenti il Papa chiede quindi non stancarsi mai di “praticare questa austerità morale-personale”, agli altri chiede di esigerla dai dirigenti:
La corrupciòn, la soberbia, el exhibicionismo de los dirigentes…
“La corruzione, la superbia e l’esibizionismo dei dirigenti aumenta il discredito collettivo, la sensazione di abbandono e alimenta il meccanismo della paura che sostiene questo sistema iniquo”.
In conclusione il Papa cita ai movimenti l’esempio di Martin Luther King, sollecitandoli a continuare “a contrastare la paura con una vita di servizio, solidarietà e umiltà in favore dei popoli e specialmente di quelli che soffrono”. Perseverando si vedranno i frutti. E poi ripete: “Contro il terrore, il miglior rimedio è l’amore” che guarisce tutto.
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